Tesla, nuovi problemi per Musk: adesso è il punto di non ritorno

Un nuovo problema per Elon Musk, che questa volta sarà molto difficile da superare. La sfida è diretta, e viene da un gigante tecnologico.

Non c’è pace per Elon Musk: neppure due anni dopo il debutto dell’auto in Cina, Xiaomi alza il tiro e mette nel mirino l’Europa  per arrivare con la prima vettura elettrica entro il 2027. Il l gruppo vuole giocare alla pari con Tesla e BYD, con l’ambizione di entrare nella top five mondiale.

Tesla, nuovi problemi per Musk
Tesla, nuovi problemi per Musk (Ansa) tvbiketreviso.it

L’annuncio arriva in scia a risultati in accelerazione e a una domanda interna, mentre il marchio allarga il raggio d’azione oltre gli smartphone, investendo in auto, chip e intelligenza artificiale. Anche i rischi regolatori e competitivi crescono, rendendo il futuro di Tesla molto difficile.

Europa 2027 e la sfida a Tesla

La nuova YU7 SUV Xiaomi, presentata a fine giugno, ha raccolto ordini tali da generare una lista d’attesa superiore a dodici mesi, alimentando il piano decennale da 10 miliardi di dollari per l’auto. Nel secondo trimestre 2025 i ricavi sono saliti del 31%, a 116 miliardi di yuan (circa 16,2 miliardi di dollari), e nel semestre le consegne di elettriche hanno superato quota 157.000 unità, con l’obiettivo di chiudere l’anno sopra i volumi 2024.

Tesla, nuovi problemi per Musk
Europa 2027 e la sfida a Tesla (Xiaomi) tvbiketreviso.it

Le perdite della divisione EV si sono ridotte a circa 300 milioni di yuan e la redditività è attesa già nella seconda metà del 2025. Il quadro compensa il -2,1% registrato dagli smartphone nel trimestre, comparto storico dell’azienda. L’Europa, più che un semplice sbocco commerciale, è un tassello strategico: diversi governi guardano ai costruttori cinesi per bilanciare la pressione dei dazi statunitensi, mentre il mercato EV europeo resta ad alto valore. In questo contesto, la mossa di Xiaomi spinge Tesla su un terreno meno comodo, riducendo i margini di manovra sui prezzi e accelerando l’innovazione di prodotto.

La trasformazione del gruppo procede su più binari. Xiaomi ha presentato il chip a 3 nanometri Xring O1, pensato per dispositivi come il nuovo Tablet 7 Ultra, e ha varato un piano decennale da 7 miliardi di dollari su semiconduttori e intelligenza artificiale. In Borsa, la capitalizzazione è cresciuta di circa 120 miliardi di dollari nell’ultimo anno, sostenuta dall’entusiasmo per l’auto.

Restano però incognite concrete: il titolo scambia a multipli più alti rispetto a concorrenti come BYD o Samsung; la competizione è serrata sia nell’elettronica sia nelle quattro ruote; l’incidente mortale di un SU7 con guida assistita a marzo ha acceso i riflettori dei regolatori sui sistemi di guida autonoma.

Xiaomi non vuole più essere solo uno smartphone maker, ma un attore globale della mobilità elettrica. L’Europa, nei prossimi due anni, sarà la verifica decisiva. Per Tesla, il punto di non ritorno è qui: difendere quote e redditività richiederà risposta rapida su prodotto, software e costi, in un campo di gioco che si fa più affollato e selettivo.

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