Allarme in tutta Italia, nuovo pericolo nelle strade: fate attenzione

Un segnale d’allarme percorre il Paese: crescono morti e feriti in moto, e non si riesce a capire il motivo

L’ultimo anno è stato pesante per chi va su due ruote: il quadro tratteggiato dai numeri rappresenta un aumento delle vittime e un esercito di feriti gravi, non più circoscritto ai giovanissimi come un tempo. Il trend si lega a dinamiche precise: rientro in sella in età matura, “debutti” tardivi senza il percorso graduale che partiva dal cinquantino, e una sottovalutazione dei rischi favorita da mezzi sempre più performanti e accessibili.

Allarme sulle strade italiane
Allarme sulle strade italiane – tvbiketreviso.it

Nel mezzo, un equivoco pericoloso: avere la patente non equivale a padroneggiare una moto potente, né a saper leggere le situazioni limite. La cronaca lo conferma: molti sinistri vedono la responsabilità diretta di chi guida il mezzo, con condotte frettolose, velocità eccessiva o errori nella gestione della dinamica. Intanto, anche dove l’automobilista sbaglia, resta un fatto: la mancanza di tecnica moltiplica le conseguenze. Il risultato è un quadro complesso che merita una riflessione concreta, al netto delle semplificazioni.

Nuovo pericolo nelle strade. Cosa succede.

Il 2024 figura tra gli anni peggiori della storia recente per chi usa moto e scooter: 830 vittime, in crescita rispetto all’anno precedente, e decine di migliaia di feriti con lesioni serie, numeri che pesano sul bilancio della mobilità quotidiana. La lettura dei dati aggiunge un passaggio chiave: in moltissimi casi, chi è in sella è anche l’autore dell’errore che porta al sinistro, tra uscite di strada, scivolate e condotte oltre il limite del mezzo e delle proprie capacità.

Allarme sulle strade italiane
Allarme sulle strade italiane – tvbiketreviso.it

Con il boom post-pandemia, moto e scooter sono tornati oggetti desiderabili e accessibili: tanti “motociclisti di ritorno” hanno rimesso il casco dopo anni, mentre non pochi “newcomer” hanno iniziato direttamente da adulti, spesso con moto da oltre cento cavalli.

L’età conta. L’allungamento della vita attiva e la passione che non si spegne portano più over 55 in sella, ma i riflessi non sono quelli di vent’anni prima. Le statistiche per età mostrano un’incidenza crescente dei sinistri nelle fasce più mature.

C’è poi il tema del percorso: per una generazione intera si è interrotto quel “cursus honorum” iniziato a 14 anni col 50, poi ottavo, poi 600, chilometri su chilometri a costruire sensibilità e tecnica. Oggi si salta le tappe: patente A presa in fretta, acquisto d’impulso, tanta potenza subito. Senza fondamenta, la moto sorprende dove non dovrebbe: ingresso troppo ottimistico, frenata tardiva, gas anticipato, e l’errore diventa caduta.

La conclusione è semplice e scomoda: il nuovo pericolo non è la moto in sé, ma l’illusione di saperla gestire senza un percorso adeguato. Servono umiltà, pratica, formazione continua. E mezzi scelti per gradi, non per vanità. È l’unico modo per invertire una curva che, oggi, racconta un rischio crescente.

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