Audi prepara una sforbiciata alle opzioni: meno scelte nel configuratore, la reazione non è positiva
La casa dei Quattro Anelli vuole snellire la personalizzazione per migliorare la qualità percepita in abitacolo: si spostano risorse dalle infinite varianti ai dettagli che contano davvero, a partire dal volante, oggi simbolo di una complessità considerata eccessiva persino dentro ai corridoi di Ingolstadt.

Ridurre la profondità del configuratore per concentrare investimenti su finiture, tattilità e coerenza di gamma, con una logica “less is more” pensata per semplificare l’acquisto e rafforzare l’identità premium del marchio.
Taglio alle opzioni, ci saranno meno scelte
Il tema che ha acceso la discussione è il volante: oggi esistono oltre cento varianti, un numero definito “assurdo” e destinato a crollare a tre o quattro declinazioni, più curate e con un ruolo centrale nell’esperienza quotidiana a bordo.

Il Concept C ha mostrato la direzione con controlli fisici in alluminio anodizzato e un badge del volante in vero metallo, segnali di un ritorno alla fisicità che punta a durata e sensazioni autentiche, non al catalogo infinito di combinazioni.
Nel prototipo colpisce anche la possibilità di occultare il touchscreen, richiamo ai modelli Audi degli anni 2010, e la separazione dei comandi del clima, ora touch ma indipendenti dagli schermi principali: una scelta che privilegia l’intuitività e riduce la distrazione, coerente con l’idea di interni “puliti” e leggibili.
La Concept C, roadster a trazione posteriore, non è solo esercizio di stile: è un’anteprima della nuova filodofia che Audi vuole applicare fuori e dentro, con superfici ordinate e un cockpit progettato per eliminare il superfluo, in nome della coerenza visiva e funzionale.
La parola d’ordine è “chiarezza”, che nel quotidiano significa meno stratificazioni di menu, comandi più diretti, materiali veri al tatto: scelte che parlano di un lusso sobrio e contemporaneo, lontano dalla bulimia di opzioni che appesantisce l’esperienza d’acquisto.
In parallelo prosegue il riposizionamento di gamma: addio ai modelli di ingresso come A1 e Q2, con A3 a fare da nuova base d’accesso, mentre è previsto un elettrico entry-level a calendario, a testimoniare un premium più selettivo ma non elitario.
È una mossa industriale e identitaria insieme: tagliare dove la complessità non aggiunge valore, investire dove lo si percepisce al primo tocco, dalla corona del volante al click dei selettori in metallo.
Se la promessa verrà mantenuta in serie, il “taglio” potrà trasformarsi da motivo di protesta a leva concreta per un abitacolo più premium, coerente e appagante, nel solco di una Audi che sceglie la sostanza.