Un rallentatore che non fa sobbalzare chi viaggia su due ruote e aiuta davvero a calmierare la velocità: il cuscino berlinese.
Nel traffico cittadino è facile odiare dossi e rialzi: rallentano, scomodo attraversarli, e spesso non distinguono tra chi guida un’auto e chi è su una moto o una bici. Eppure c’è un dispositivo nato per mettere d’accordo tutti, già diffuso in molte città europee: il cuscino berlinese.

Il nome tradisce l’origine, la funzione è semplice: frenare le quattro ruote senza punire le due. È un rallentatore a cupola con base quadrata che non occupa tutta la carreggiata, così i veicoli stretti possono passare accanto senza scossoni.
Cuscino berlinese: come funziona
All’estero lo si incontra di frequente nelle zone 30; da noi, invece, la strada per vederlo davvero è più in salita. Il motivo non è tecnico, ma burocratico: il Codice non lo cita in modo esplicito e ogni installazione richiede un via libera ministeriale in regime sperimentale, seguendo indicazioni puntuali su dove e come posarlo.

Il cuscino berlinese frena soprattutto le auto, mentre bici, moto e mezzi pubblici o di soccorso, grazie all’interasse e alla carreggiata, possono scavalcarlo senza sobbalzi. Le moto, in particolare, lo superano affiancandolo con le ruote a destra o a sinistra, senza perdere stabilità né confort. Di fatto, è un dosso “amico” delle due ruote, che preserva scorrevolezza e sicurezza dove serve davvero.
C’è però un ostacolo tutto italiano. Per posarlo serve una richiesta formale dell’ente proprietario della strada al Ministero dei Trasporti, che può autorizzarne l’uso solo in via sperimentale. Non basta la buona volontà: l’iter è stringente e le condizioni d’impiego sono fissate con criteri precisi, motivo per cui la diffusione procede a rilento rispetto ad altri Paesi europei.
Il cuscino si colloca solo su strade con limite fino a 30 km/h e in contesti a bassa intensità di traffico. Le misure sono standardizzate per prevedibilità e confort: larghezza 170 cm, lunghezza tra 170 e 250 cm, altezza 75 mm.
Il profilo è studiato per un superamento progressivo: pendenza frontale del 15% e laterale del 25%, per evitare impatti bruschi e vibrazioni inutili. La livrea giallo-nera, infine, ne aumenta la visibilità, così gli automobilisti lo riconoscono in anticipo e modulano l’andatura senza frenate dell’ultimo secondo.
Non è un dosso qualunque: è un rallentatore pensato per le esigenze reali della città, che chiede di ridurre la velocità delle auto senza penalizzare chi viaggia leggero. Se compare all’orizzonte, meglio prenderla con filosofia: significa strade più serene, meno rumore di frenate e un passaggio più dolce per chi pedala o guida uno scooter.
L’adozione, in Italia, dipende dai processi autorizzativi; dove arriva, però, il beneficio si vede subito, perché agisce proprio dove serve, senza colpire tutti allo stesso modo.